Translate

il carnevale e la tradizione contadina

IL CARNEVALE


Dopo qualche "uscita" delle maschere nei fine settimana successivi a  S. Antonio Abate, e, da qualche anno, anche l'organizzazione di un "guanto di sfida" fra i vari gruppi il sabato di Carnevale, il culmine della festa è negli ultimi tre giorni di Carnevale: domenica, lunedi e martedi grasso.
In quei tre giorni gli abitanti del paese eseguono una danza processionale di gruppi di maschere accompagnate dalla musica di clarinetti, fisarmoniche e tamburelli.
Le maschere sono composte da un numero variabile di caporabballo, che in questa occasione tengono in mano un bastone e, alle volte, portano anche a tracolla un sacco di confetti da lanciare in aria in segno bene augurante verso i danzatori e coloro che assistano al passaggio della processione danzante. [...]

 LE ORIGINI

[...] L'unica fonte scritta di cui si è a conoscenza che risale parecchio nel tempo, è stata trovata qualche anno fa da Giovanni Battista Gambale presso l'Archivio parrocchiale della Cattedrale S. Maria Assunta di Montemarano. Tra gli incartamenti relativi agli anni 1793-1794, si cita un documento nel quale si riprova il comportamento del Canonico durante il Carnevale: "Nel giorno in cui era esposto il SS Sacramento nella chiesa, quanto nelle sere fin dopo la mezzanotte in tempo di Carnevale, il canonico Don Pasquale Toni teneva pubblici balli in casa sua, ove egli faceva da capo ballanno conllommini e donne, e lo stesso ha fatto anche in seguito fuori dal Carnevale, nei giorni festivi e solenni, con scandalo di tutta la gente radunata in casa sua". [...]

LA TARANTELLA

La tarantella montemaranese è una sola, caratteristica e perfettamente riconoscibile tra le tante tarantelle dell'Italia meridionale per le sue melodie, per il suo ritmo cosi particolare, per i peculiari testi che vengono cantati e anche per l'organico strumentale. Ma, a Montemarano, il termine tarantella può essere impiegato anche al plurale, come sostiene Luigi D'Agnese, dopo che si possono individuare tante diverse tarantelle, ciascuna caratteristica di un determinato suonatore, ognuno a suo modo "maestro" di una tradizione in continua trasformazione. [...]


I COSTUMI TRADIZIONALI DEL CARNEVALE

I costumi tipici tradizionali usati a carnevale durante la sfilata processionale sono i seguenti:


Il Caporaballo (il pulcinella montemaranese) detto in dialetto locale: ‘o Caporabballo, conserva tutti i caratteri  tradizionali ed esteriori del vero Pulcinella, la maschera nera, il vestito bianco, il copricapo; le differenze sostanziali dal Pulcinella sono il mantello  con ricami finissimi ottenuto da lenzuola di lino, una fascia rossa intorno alla vita, il copricapo bianco a forma di cono con l’estremità adornata da fiocchi bianchi e rossi ed il bastone utilizzato come segno di autorità durante il corteo della mascherata. Chi indossa questa maschera svolge un ruolo paternalistico, infatti è colui che gestisce il corretto andamento della sfilata processionale.

Il Vecchio, detto in dialetto locale: o’ Viecchio, è la maschera tradizionale maschile caratteristica di Montemarano;  E’ costituita da:  pantaloni e la giacca di velluto a coste molto larghe con bottoni di metallo, calzettoni bianchi, un gilè a ‘cammisola’, un fazzoletto rosso legato intorno al collo, una fascia larga alla vita che scende in un fianco, un cappuccio bianco che alla punta porta un fiocco bianco legato ad un filo. Questa maschera viene utilizzata durante il carnevale sia in coppia con la Pacchiana che singolarmente, in questo ultimo caso è dotata anche di un bastone con funzione di sostegno.


La Pacchiana, detta in dialetto locale : ‘a Pacchiana, è una maschera tradizionale femminile caratteristica di Montemarano; Questa tipica maschera indossa: ai piedi zoccoli di legno adornati da nastri rossi, la gonna di flanella rossa, il corpetto di velluto nero, i ‘mutandoni’ bianchi che arrivano al ginocchio, le castagnette, la camicetta bianca scollata, le calze bianche adornate da nastri, un busto stretto e aderente e in testa un fazzoletto colorato e lavorato con finissimi ricami, abbellivano il costume, gli orecchini larghi, dette anche: ‘sciaccaglie’ e collane molto vistose. A Carnevale è quasi sempre accoppiata alla maschera del Vecchio montemaranese.

Lo Straccivendolo (l’arlecchino montemaranese), detto in dialetto locale: ‘o Pezzaro, rappresenta una maschera molto particolare, perché è composta da tante piccole stoffe di scarto. Nel passato questa maschera era quella utilizzata maggiormente da famiglie meno abbienti, infatti non potendo acquistare un costume, durante l’intero anno con pazienza e tanta fantasia cucivano una ad una le stoffe di vari colori, per poi realizzare il costume da indossare a carnevale, in alcuni casi si addottava anche l’utilizzo di maschera sul volto per nascondere l’identità.


LA TRADIZIONE CONTADINA

L'associazione è stata promotrice organizzando dal 2003 al 2007 un particolare "carnevale" con costumi contadini e pastorali, che ricordano le nostre origini.
Particolari sono anche gli strumenti musicali come: ciaramella, organetto e tamburello, strumenti tipici di Montemarano, nell'eseguire la tarantella.
Nell'edizione del carnevale 2007, una giuria esperta conferisce al gruppo: La Tradizione Contadina, il riconoscimento come miglior gruppo mascherato nel risaltare la tradizione popolare del paese.





 






Biblio-discografia:
Luigi D'Agnese - Giovanni Giuriati, Mascarà mascarà me n'a fatto 'nnamorà - Le tarantelle e i canti di Montemarano,
 Ed. Nota Geos cd book 565 Campania (2011).
Generoso D'Agnese, Montemarano riti e tradizioni. Ed. Maf  Diskettes cd 01 (cd rom, 2001).